Max

Max

Poi accade quello che non ti aspetti, quello che non puoi prevedere.

Erano, come sempre, le due di una notte d’inverno, sotto al Caffè Esperia. Preparavamo la prima nostra campagna elettorale per il rinnovo dell’Ordine forense capitolino. Rimanevamo di solito solo noi due, a chiacchierare, mentre gli altri, sfiniti da giornate convulse, se ne andavano a dormire. Tu accendevi l’ennesima sigaretta, io il mio toscano. E restavamo a commentare, incantati dalle stelle del cielo romano, le chiacchiere di Tizio, le promesse di Caio, gli sguardi di quelli tra il “pubblico” che, disillusi, non credevano più alle bugie ed alle fregnacce che qualcuno – tra i candidati più esperti – amava raccontar loro.

Ci interrogavamo se quello fosse davvero il posto giusto per noi. Ma poi Tu, dismessi subito i panni del pessimista, ti lanciavi di nuovo e con maggior forza di prima nell’impegno, nell’attività frenetica, sorridendo come sempre.

Più avanti, nel tempo, eri riuscito a superare le delusioni che una politica forense crudele Ti aveva inferto, ripartendo sempre da capo, fedele ad un antico motto orientale per il quale “ci sono due errori che si possono fare lungo la via verso la verità…: non andare fino in fondo, e non iniziare”. Ed iniziavi di nuovo, ancora una volta, incurante del simpatico appellativo che i tuoi amici più cari, scherzosamente, ti avevano affibbiato (“l’eterno candidato”).

Mi sono andato a rileggere le mail (quelle che, a torto od a ragione, costituiscono oggi le “lettere” di un tempo, che però hanno il difetto di non lasciare il segno della grafìa) che in questi anni ci siamo scambiati, anche e spesso in via assolutamente confidenziale. In un paio di queste lasciavi trasparire un senso velato di amarezza, è vero, peraltro sempre ben celata e, comunque, sovrastata da un sentimento di positività, di ottimismo, di speranza per il futuro.

Strade, le nostre, apparentemente separatesi, ad un certo punto. Ma pur sempre unite dalla medesima passione per la pulizia, l’onestà intellettuale, l’impegno. Fino a quell’incontro casuale, pochi giorni fa, a Via Cola di Rienzo, segnato come sempre da un sorriso aperto e franco e da un irriverente approccio alla realtà odierna, fatta per lo più di omuncoli attaccati al potere.

Poi accade quello che non ti aspetti, quello che non puoi prevedere. Del resto, homo proponit sed Deus disponit. Ciao, Max: che il Paradiso ti spalanchi le proprie porte.51_hq-1

One Response to “Max”

  1. gennaro leone scrive:

    Caro Rod,
    non ci sono parole da aggiungere,
    Max era come lo hai descritto.
    Spero anch’io che il Paradiso gli abbia spalancato le porte.

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