Ecco una “casta” vera……: altro che liberalizzazioni!

Ecco una “casta” vera……: altro che liberalizzazioni!

TAR UMBRIA – I Sez. – 25 novembre 2011 n. 374 – Pres. Lamberti, Est. Ungari – P. e M. B. (avv. Rampini) c. Consiglio Notarile di Perugia (avv.ti Libertini e Migliorini).

 1.- Notariato – Tariffe professionali – Riduzione – Potere di vigilanza dell’Ordine professionale – Deliberazione del Consiglio che impone di inviare i preventivi delle parcelle e copia della dichiarazione IVA – A fini di tutela deontologica – Illegittimità.

 1.- E’ illegittima la deliberazione con la quale un Consiglio Notarile, a tutela dei principi di deontologia professionale, adotta alcune disposizioni (che impongono agli iscritti l’onere di inviare al medesimo Consiglio i preventivi delle parcelle e copia della dichiarazione IVA relativa all’anno precedente) volte ad esercitare il monitoraggio e la vigilanza sull’attività professionale svolta dai notai del relativo distretto, con particolare riferimento alla “progressiva diffusione di fenomeni di reclutamento di lavoro attraverso la pratica dello sconto’ accompagnata dalla sbrigatività (a dir poco) delle prestazioni” e alla “sistematica riduzione degli onorari fissati dalla tariffa elaborata dal Consiglio per le prestazioni pubbliche…”, che viene reputata come ipotesi di illecita concorrenza sanzionabile ai sensi dell’art. 147 della legge notarile; infatti, essendo stata ormai abrogata (cfr. art. 1, l. 4 agosto 2006, n. 248 e art. 3, comma 8, d.l. 138 del 2011), ogni disposizione sull’inderogabilità dei minimi tariffari, non può ritenersi più legittima l’affermazione, contenuta nelle premesse della suddetta deliberazione, secondo cui “la sistematica riduzione degli onorari fissati nella tariffa elaborata dal Consiglio per le prestazioni pubbliche costituisce un ipotesi di illecita concorrenza sanzionabile”.

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Un notaio perugino pratica uno “sconto” sugli onorari ai propri clienti. Qualche collega, preoccupato di tale “anomala” pratica, segnala il fatto al Consiglio notarile. L’ente, pur in presenza di una norma di legge (art. 3 comma 5 lett d D.L. n. 138/2011, c.d. manovra di ferragosto) che è intervenuta sulle tariffe dei professionisti abrogando il divieto di derogare ai “minimi”, si inventa una direttiva costringendo gli iscritti ad inviare al Consiglio stesso i preventivi delle tariffe (nonchè la dichiarazione IVA) per verificare se il loro comportamento non violi il codice deontologico…. (sic!).

L’abrogazione dei minimi delle tariffe forensi è stata adottata nel 2006, grazie ad una legge che porta il nome di Bersani: gli avvocati hanno storto il naso, perchè presi poi per la gola dai clienti “forti” (banche, assicurazioni, imprese multinazionali), che hanno ovviamente iniaziato  a fare loro, il prezzo, ma i togati non hanno di certo alzato le barricate che stanno erigendo, oggi, i notai, per paralizzare una legge dello Stato.

Il Tar ha bacchettato il Consiglio notarile umbro, che non credo si sia offeso più di tanto, annullandogli il provvedimento che aveva preso scomodando la deontologia (la quale è violata, da alcuni notai, in ben altro modo). Il Governo Monti non si illuda: le caste, quelle vere, sarà molto difficile che si facciano attaccare senza combattere all’ultimo sangue….

One Response to “Ecco una “casta” vera……: altro che liberalizzazioni!”

  1. alessandro cacchione scrive:

    primo: perchè quando si parla di liberalizzazioni di parla sempre di avvocati che sono una professione iper liberalizzata (230.000 persone sono iscritte all’albo avvocati) e mai dei notai che sono una iper casta ultrachiusa ed inespugnabile?
    secondo: il problema della “giustizia -lentizia” è legata alla carenza di personale giudicante, ovvero i giudici; ebbene, come al solito nel paese delle caste si dice tutto tranne quello che si dovrebbe fare per operare riforme a costo zero, solo per difendere posizioni di potere consolidate. Ebbene, basta fare una veloce verifica dei numeri della cd. giusitizia amministrativa per accorgersi che i ricorsi al tar sono diminuiti di due terzi rispetto a dieci anni fa e ciò in ragione dell’aumento dei costi per proporre un ricorso, dell’aumento del personale dedicato a questo settore e di posizione giurisprudenziali sempre più arroccate a difesa dei bilanci delle pubbliche amministrazioni; inoltre l’arretrato pendente è stato in larga parte smaltito da norme ad hoc previste nel nuovo codice di procedura che ha previsto ipotesi diffuse di perenzione automatica dei ricorsi pendenti. Alla luce di ciò perchè non eliminare la giurisidzione separata del diritto amministrativo, creando una sezione distaccata presso il tribunale ordinario e recuperare centinaia di giudici e risorse da destinare, a costo zero (anzi con notevole risprmio di personale amministrativo e strutture), alla soluzione della cd. lentizia?quali caste si vogliono proteggere tenendo insieme il sistema della doppia giurisdizione oramai desueto in tutte Europa?

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