Io sto con Roma

Io sto con Roma

E’ passato il decreto “Milleproroghe”, con la norma che, prevedendo il trasferimento di 400 milioni dalla “gestione commissariale” alle casse capitoline, consente a Roma Capitale di proseguire indenne la sua attività evitando, così, il c.d. default. Da un paio di parti si sono sollevate critiche che, definire aspre, appare poco. Non conta tanto il giudizio del Segretario della Lega, quel Matteo Salvini che non perde occasione per tacere e che ha dimenticato presto, troppo presto, che il Governo del 2008 (quello nel quale la sua forza politica sedeva allegramente) ebbe ad emanare proprio la norma che creò la “gestione commissariale” del bilancio romano (disposizione che consentì ad Alemanno ed alla sua Giunta di continuare a governare l’Ente locale), quanto gli strali lanciati dal Sindaco di Napoli, il magistrato De Magistris. “E’ una disparità di trattamento inaccettabile, sono profondamente indignato” avrebbe detto il primo cittadino partenopeo, stanco di vedere provvedimenti speciali solo per alcune città. Dimentico, pure lui, del fatto che quando Napoli era sommersa dai rifiuti, che ingombravano le strade napoletane impedendo il transito pure alle ambulanze, lo Stato si fece carico di quella scandalosa situazione, che non è facile vedere neppure nei Paesi in via di sviluppo.

Se, invero, indecenza c’è stata, ebbene essa va vista nel fatto che un decreto che nasceva con soli tre articoli, appositi per Roma, era via via diventato un mega provvedimento in cui i partiti (tutti) avevano inserito norme le più disparate possibili; persino una disposizione doppione, che già era stata inserita nella legge di stabilità, relativa ad un finanziamento per la bonifica dei siti inquinati di Brindisi. Un treno partito con un vagone, al quale i manovratori avevano col passare dei giorni aggiunto una serie di convogli sterminati (anche una disposizione che aiutava il Comune di Petrelcina, con un finanziamento di 500 milioni!).

Roma è la Capitale d’Italia è dovrebbe avere uno Statuto differenziato. Che non è stato mai attuato a dovere. Il Governo Monti, nel 2011, impedì – all’improvviso – l’erogazione di quei 500 milioni di Euro annui stanziati nel 2008 che sarebbero dovuti transitare nel bilancio ordinario della Capitale. Ma quel finanziamento è stato comunque impegnato, dal 2008 in poi, come se i fondi fossero stati davvero allocati. Da qui il deficit, che si assommava a quello “storico”. Il decreto Salva-Roma serviva a mantenere una promessa antica, frutto della specialità di Roma, quale Capitale del Paese. Una capitale dove i governanti sono tutto, peraltro, fuorché romani. E se quindi è giusto che chi protesta decida di volerlo fare a Roma, è anche innegabile che – da anni – la Capitale è sistematicamente messa a ferro e fuoco da orde di manifestanti che vengono da ogni parte d’Italia: dagli allevatori della Val Brembana ai metalmeccanici di Taranto. E, tutto ciò, anche se le responsabilità dei motivi delle proteste spesso risiedono altrove, che non nella città eterna. Nel 2013 tra manifestazioni di piazza e/o cortei autorizzati dalla Questura e dal Comune si sono contati circa 1800 eventi paralizzanti la viabilità cittadina. Sedici milioni di Euro l’anno è l’importo che serve per pagare il lavoro straordinario degli Agenti della Polizia Locale.

Ogni anno, puntualmente, si legge che la migliore qualità della vita alberga in ridenti centri assai lontani da Roma: Todi, Pavia, eccetera. Nel 2012 al primo posto della classifica c’era Bolzano, poi Siena e quindi Trento. Roma solo al 21° posto. Su Internet inutilmente si cerca di trovare la notizia di una manifestazione di protesta svoltasi a Bolzano od a Trento, un corteo a Siena, una sassaiola a Todi. Ad aprile del 2014 Roma ospiterà, tanto per fare un esempio, simultaneamente le celebrazioni per la proclamazione dei Santi Giovanni XIII e Giovanni Paolo II: si annuncia la presenza di 5 milioni di persone tutte insieme, concentrate negli stessi, pochi, giorni. Un numero superiore all’intera popolazione di tutto il Veneto!!

Roma ad Aprile sarà, è non è affatto la prima volta che accade, una città messa a dura prova, per la sicurezza, i servizi pubblici (dai trasporti, agli ospedali, alla gestione dei rifiuti), l’ospitalità, l’accoglienza. E’ una metropoli che, nonostante tutto, mostra sempre un grande cuore. I migranti provenienti da Lampedusa non sono stati recentemente ospitati a Bergamo od a Verona, tanto per citare qualche nome. Solo per questo Roma merita di avere un regime giuridico particolare e fondi adeguati. Accade così in tutto il Mondo, in tutte le capitali moderne. Per l’Inghilterra Londra è qualcosa di diverso da Manchester, per la Francia Parigi non può essere come Lille.

Non è giusto, quindi, che Roma ce la debba “fare da sola”, come dice De Magistris (dimentico, ancora, che la Napoli di Bassolino al G7 del 1994 fu rimessa a nuovo con i 35 miliardi di lire che il Ministro dei lavori pubblici distrasse dai fondi per l’edilizia popolare) o come implora il Salvini (il quale farebbe meglio a guardare in quale sciagurato modo sono stati gestiti i soldi – pubblici – del suo partito da parte di Bossi, dai figli di costui e dal Segretario Belsito).

La cronaca di questi giorni, poi, riporta due notiziole niente male, che dovrebbero far riflettere bene chi – soprattutto dal Nord – si erge a giudice della Capitale: la prima è quella della protesta che, stavolta in un luogo anomalo, la troupe dei “forconi” ha inscenato sotto casa di Giancarlo Galan, con epiteti urlati a squarciagola tipo “Ladro, Corrotto!!” (chi ha dimenticato la storiaccia dei furti alla “Biblioteca Girolamini” di Napoli da parte dell’ex consigliere di Galan, quel gentiluomo di De Caro? Forse proprio il “napoletano” De Magistris!); la seconda, invece, è quella della battutaccia razzista del Sindaco di Berna secondo il quale “gli italiani sarebbero di bassa statura perché se fossero più alti sarebbero costretti ad andare a lavorare”. Salvini, tieni a mente: si è sempre meridionali (o terroni, se vuoi) di qualcun altro, nel Mondo…

Leave a Reply