Nell’esposto deontologico le offese non esistono

Nell’esposto deontologico le offese non esistono

Decisione piuttosto innovativa quella adottata di recente dalla Suprema Corte (sent. 15 luglio 2011 n. 28081) in tema di responsabilità penale derivante dagli scritti contenuti in un esposto deontologico diretto ad un Ordine professionale. I giudici di Piazza Cavour hanno infatti stabilito che non esistono “offese” nelle asserzioni che caratterizzano un esposto inoltrato da un cittadino all’Ordine di appartenenza di un professionista. L’esimente di cui parla l’art. 598 c.p. comporta infatti che non risponda delle offese formulate nella segnalazione inoltrata all’Ordine chi ritiene, anche con giudizi pesanti, che il libero professionista sia venuto meno ai propri doveri etici.

Cosa diversa accade, invece, per le “accuse”, ove queste non abbiano trovato poi un fondamento positivo nel successivo giudizio disciplinare, e si mostrino così gratuite ed ingiuste.

Nella sentenza de qua la Corte ha mandato assolto un cittadino (condannato invece nei gradi di merito) che aveva qualificato “disastrosa” la condotta defensionale del proprio avvocato, colpevole a suo dire di gravi imperizie e negligenze. Le “offese” che l’esponente aveva rivolto, nella sua segnalazione, al professionista, godono dell’esimente di cui al citato art. 598 c.p., ancorchè qui si verta in un procedimento amministrativo e non giurisdizionale.

La decisione si discosta da una precedente pronuncia, sempre di legittimità (Cass. 23 giugno 2010 n. 24003), per la quale invece ciò che aveva scritto un avvocato nel proprio esposto diretto all’Ordine forense cui apparteneva un collega, non era coperto da alcuna esimente (col risultato di esser, l’esponente, condannato per ingiuria e diffamazione).

One Response to “Nell’esposto deontologico le offese non esistono”

  1. gennaro leone scrive:

    Caro Rodolfo,
    ho letto la sentenza e sinceramente non la condivido anzi ripeto la parola detta da una Collega in una seduta del COA “dissentisco”.

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